U Signuri ra Marina (Il Signore di Marina di Caronia)

U Signuri ra Marina
U Signuri ra Marina
U Signuri ra Marina è da tempi remoti oggetto di particolare devozione da parte delle due più grosse località del Comune di Caronia, Caronia centro, posta in montagna, e Marina di Caronia
Il simulacro, ogni anno, è oggetto di una tradizionale e profondamente sentita "condivisione periodica" fra le due comunità: il 3 maggio di ogni anno nel giorno dell'Invenzione della Santa Croce, il SS. Crocifisso viene prelevato dalla chiesa di Maria SS. Annunziata di Marina e, dopo la benedizione del borgo, dei suoi abitanti e delle barche dei pescatori, viene portato in processione lungo l'erta stradina di accorcio che conduce a Caronia (da alcuni anni a questa parte si preferisce la strada provinciale).

La processione in passato si svolgeva in un clima di profonda mestizia, gli uomini portavano corone di spine sul capo e si battevano le spalle con nodose corde da pesca realizzate intrecciando foglie di "ddisi" (Ampelodesma) ripetendo con voce alta e lamentevole: "pietà e misericordia!"
Giunti in contrada San Leonardo il SS. Crocifisso viene consegnato alla comunità di montagna che lo conduce in processione per le vie del paese fino a collocarlo nella chiesa madre, dove rimarrà fino al 14 settembre.
Una volta veniva accolto dalla banda musicale e dal simulacro di San Biagio, Patrono di Caronia.
Il 14 settembre, poi, giorno dell'esaltazione della Santa Croce, avviene il percorso inverso, questa volta in un clima gioioso e festoso. Il simulacro viene quindi riposto presso la chiesa di Maria SS. Annunziata di Marina di Caronia.

Le origini di tale rito nonché i motivi della particolare "condivisione" si perdono nel tempo: taluni resoconti verbali riferiscono (ipotesi tutta da accertare) di una compartecipazione economica da parte delle due comunità, su iniziativa di quella dei pescatori, in merito alle spese da sostenere per la commissione dell'opera stessa.

Foto storica in occasione della processione di U Signuri ra Marina
Ma appare evidente che le attività economiche per gli abitanti dei due centri fossero rappresentate dall'agricoltura di collina e montagna (legna, carbone, olio, vino, allevamenti) da una parte, mentre per le famiglie della Marina il sostentamento principale derivasse dal mare e dalle sue risorse; quindi, da un lato il periodo primaverile ed estivo era di fondamentale importanza per le aspettative legate all'attività agricola mentre dall'altro, il periodo autunnale ed invernale rappresentava quello più difficile per marinai e pescatori.
È lecito, pertanto, supporre che le due comunità reclamassero per sé la Sacra effigie nel periodo del maggior bisogno.

Durante il rituale, affioravano anche aspetti di folkloristica rivalità fra i "carunisi" ed i "marinuoti" allorquando i giovani dei due centri, sul luogo d'incontro per il passaggio di mano del Cricifisso si scambiavano lanci di limoni, pietre e colpi di corda, le stesse che nella prima mattinata venivano spesso tagliuzzate dai "carunisi" presso le barche dei pescatori.

Anche questa parte delle radici sociali e culturali di Caronia tende ad atrofizzarsi, assistiamo ad un continuo affievolirsi degli animi e ad un crescere del disinteresse.

Da recenti approfondimenti emerge come il Crocifisso di Marina di Caronia venga attribuito a Frá Benedetto da Petralia Sottana, discepolo di Frá Umile e Frate Innocenzo (seconda metá del 1600).

(liberamente tratto dal blog di Salvatore Ferro)

Commenti